Casu 9: La scomparsa della befana.

By: Giuliano Murgia

            Narratore: mentre scendevano le prime luci di Bogart City e salivano quelle della città affianco, le credenze continuano a vivere, mentre invece gli armadi continuavano a morire perché non li usa più nessuno. In tutta questa confusione di credenze e di armadi, riuscirà l’Ispettore Casu a risolvere il casu di questa sua nuova avventura?

Piras: ispettore, è scomparsa…

Casu: Ancora? Ma cosa c’è un convegno di Maghi? Ogni giorno qui a Bogart City scompare qualcosa o qualcuno, l’ultima volta sono scomparse le corna delle renne di Babbo Natale, prima ancora la figlia del Presidente, ora, mi dica, (scandendo bene le parole) benedetto ragazzo, chi o che cosa è scomparso?

P.: Scomparsa, oserei dire… non si trova più la Befana.

C.: Quella vecchia strega è sempre in giro, si sarà persa nel traffico e non riesce più a trovare la via di casa, come quella volta che ci chiamarono diversi abitanti lamentando che a tavola, al posto delle uova di cioccolato trovarono le sue calze bucate. Probabilmente anche in questo caso sarà accaduta la stessa cosa. Avete provato con il cerca persone?

P.: Sì ma risulta spento.

C.: Avete provato con Google Earth?

P.: Sì ma risulta staccato, il satellite non si aggancia.

C.: E lei cambi i ganci. C’è qualcosa che funziona qui a Bogart City?

P.: A proposito si sono guastate nuovamente le volanti.

C.: Strano… come mai?

P.: Hanno preso in pieno un gruppo di amici di Batman.

C.: Praticamente una strage?

P.: Va bhè di quei pipistrelli in pochi sentiranno la mancanza .

C.: Ma che male ho fatto… (cercando di ironizzare)… e mi dica invece si sa niente degli amici di Robin?

P.: Gli amici di Robin non c’erano.

C.: Come mai?

P.: Perché i robinetti non volano.

Solitamente le mie conversazioni con Piras erano sempre di questo tenore, un tenore dai facili costumi oserei dire, visto che più di un certo tanto non si poteva andare. Ma che ci volete fare? Questo passano alla stazione di polizia qui a Bogart City, dove gli stipendi degli statali fanno schifo e solo se vai a lavorare per i privati guadagni un sacco di soldi. In passato non è stato sempre così, perché i lavoratori pubblici erano dei privilegiati, infatti, fra sindacati, permessi sindacali, permessi elettorali, legge 104, ferie, malattie, paternità, maternità, alla fine erano veramente in pochi quelli che andavano a lavorare, ma purtroppo la musica è cambiata, ora se vuoi vedere la pensione devi andare in fondo alla via: Pensione Mariuccia!

Volevo un’altra vita ma questa è già la seconda, quella di riserva, perché nella precedente sono morto a causa del vizio del fumo. Il fumo uccide, lo sanno pure le pietre, lo sanno quelli che le vendono, lo sanno quelli che le producono, lo scrivono nei pacchetti di sigarette, ma nonostante tutto le persone continuano a fumare.

P.: Forse a causa del vizio…

Il mio assistente in certi casi era capace di leggermi nel pensiero.

C.: Ma benedetto figliolo, risposi, io oltre quello avevo anche il vizio del gioco.

P.: E come ha fatto a smettere?

C.: Smisi quella volta che a Monopoli persi il parco della Vittoria, di proprietà dei genitori di Vittoria. Dal giorno non mi rivolge più la parola, solo una volta le chiesi: ti va di andare a fare una passeggiata nel parco? Mi inseguì con la scopa, la stessa che usa quella strega della Befana. Coincidenza?

P.: Ispettore, io conoscevo una tipa che aveva il vizio di mangiarsi le unghie, invece l’amica aveva il vizio di mangiarsi i gomiti, pensi che per farlo era diventata acrobata di un circo. In breve la licenziarono perché a loro serviva qualcuna che nelle faccende ci mettesse l’olio di gomito: troppo tardi!!!

Ripensavo alla befana. Certo era una strana tradizione quella di mettere le calze nel camino. Anche io le ho sempre messe lì, ma solo per farle asciugare, e mai avrei creduto che l’indomani ci avrei trovato il carbone per fare il maialetto arrosto a me tanto caro. (caro nel senso che ormai acquistarne un pezzo equivale a farsi un mutuo: non se ne trovano più).

Ma ci pensate? Tutti quei dolci dentro una calza? Ti fanno venire il diabete solo a pensarci (il diabete nonostante tutto non è stato ancora debellato perché le fabbriche di insulina sono tutte sotto il controllo del perfido Dr. Did, e lui fa più soldi vendendo insulina che armi o droga. Magari la Befana è in combutta con il Dr. Did a causa di tutte quelle caramelle… su questo caso avrei indagato in seguito.

La Befana era la mamma di un mio compagno di classe, ed eravamo vicini di casa. La loro era una famiglia povera, mangiavano poco e per questo motivo era molto magro, al punto che quando organizzò la festa di compleanno, al posto degli auguri gli davamo le condoglianze.

Aveva le gambe così sottili che quando d’estate andavamo al mare alle saline vicino al Poetto, i turisti lo scambiavano sempre per un fenicottero e delle volte gli facevano pure le foto. Capito l’andazzo organizzammo una società: lui si fingeva fenicottero ed io mi fingevo il suo agente. Però in breve a forza di fingere finimmo per non crederci più neanche noi.

Confondevo la voce di sua madre con quella di una cornacchia. Eppure grazie a queste doti: voce da cornacchia, brutta come la fame, amante delle calze bucate, venne nominata befana honoris causa, e senza nemmeno studiare.

In questi anni siamo riusciti ad ammaestrare gli animali a fare quei lavori che gli umani non vogliono più fare, per esempio lavare le macchine, ora lo fanno solo gli elefanti che si divertono schizzarsi l’acqua addosso; gli spazzini lo fanno le iene che così mangiano tutti gli avanzi senza portarli in discarica e poi si mettono pure a ridere; per non parlare delle miniere di carbone all’interno delle quali lavorano solo le befane, così hanno il carbone gratis e non pagano il riscaldamento. Il carbone che avanza lo portano ai bambini cattivi. Bello sforzo. Le befane: altra categoria di privilegiati!

Nel complesso la loro era una famiglia di credenti, e lui credeva a tutte le cazzate che gli raccontavamo.

La mamma/befana ai figli li trattava malissimo. Al mio compagno lo picchiava dal Lunedì al Sabato. La Domenica lei si concedeva un meritato riposo e per questo motivo lo faceva picchiare dal padre.

Quando era in forma li picchiava con le mani bagnate così oltre le botte si prendevano anche l’influenza.

Anche la nonna era molto cattiva, pensate che quando la seppellirono nella lapide si fece scrivere: che cosa hai da guardare? Girati!!!

Piras: (cantando) La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, viva viva la Befana!

Casu: che fa? Ora si mette a cantare?

P.: È la canzoncina che canto tutte le notti a mio figlio per farlo addormentare.

C.: E si addormenta?

P.: No!

C.: Allora perché continua a cantargliela?

P.: Non ne conosco altre.

Driin, squilla il telefono.

P.: Finalmente, bene, bene, molto bene. (Riagganciando). Hanno trovato la Befana.

C.: Dove?

P.: E’ all’ospedale inchiodata.

C.: Sì ad una croce…  non esageriamo…

P.: No, è inchiodata a letto. Mentre volava, per schivare un UFO, ha dovuto virare improvvisamente e si è presa il classico colpo della strega.

C.: Infatti, il colpo della strega è un’affezione che provoca un improvviso e violento dolore nella regione lombare.

P.: Sì lo so perché l’ho studiato in geografia, la regione lombarda nell’antica penisola italica.

C.: Sì va bhè. Però alla fine tutto è bene ciò che finisce bene.

P.: Non mi dica che lei è contento che la strega si sia presa il colpo della strega?

C.: No guardi è un modo di dire, si dice delle storie che finiscono bene.

P.: Non mi pare che questa storia sia finita bene, e poi Ispettore lei a quale storia si riferisce? Siamo a Bogart City, e questa non è la storia di Biancaneve, i sette nani e la strega cattiva…

C.: Senta Piras io me ne vado a casa, ci vada pure lei e canti la canzoncina a suo figlio, magari questa volta si addormenta. A proposito, ma quanti anni ha suo figlio?

P.: trentadue e come avrà capito soffre d’insonnia… cosa vuole: i figli sono figli per sempre!

Per forza continuando a cantargli quella canzoncina il figlio non sarebbe mai cresciuto!

Questo però glielo risparmiai. Mi tirai su il bavero per il freddo che c’era in strada, mi pizzicava la gola, il naso, e mi pizzicava la viola che tenevo nel taschino interno, regalo di un famoso pizzicagnolo, segno che a breve sarebbe arrivata la pioggia. Sollevai lo sguardo per cercare le nuvole, c’era una bellissima luna piena stampata nel cielo, in uno squarcio fra la zona del Poetto e la Sella del Diavolo. Per un istante ebbi come l’impressione che la luna fu offuscata da una nuvola che guarda caso ricordava la sagoma della strega sulla sua scopa, e in lontananza un ghignare tipo eheheheh… ma forse questo l’ho soltanto immaginato.

Avevo un sogno ma me lo sono dimenticato!

            Narratore: ancora una volta l’Ispettore Casu, nonostante il suo maldestro assistente Piras è riuscito a risolvere il casu della Befana scomparsa, così che anche questa ricorrenza è stata salvata. E anche questa volta il mondo intero gli è debitore: cameriere il contooo…

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