Casu: Can per focaccia

by giuliano murgia

Quella mattina era stata più dura del solito. Al mio risveglio… un attimo: ma quale risveglio??? Come si può definire “risveglio”, se non ho chiuso occhi neanche per un minuto? Quindi, che risveglio è?

– Buongiorno Ispettore

– E chiamalo buon giorno… non ho chiuso occhi… tutta la notte con questo chiodo fisso…

– A cosa stava pensando?

– Piras, non ha capito… avevo un chiodo fisso qui sul costato, forse è per questo motivo che non ho dormito, eppure sono andato a letto con le galline.

– Ah sì, e da quando ha questa passione? Vuole forse avere l’ovetto fresco per la colazione?

– Macché, intendevo dire che sono andato a letto presto, ciononostante sono stato da cani…

– Quindi anche lei è andato in quella bellissima cantina sociale gestita proprio dal signor Cani?

– Guardi che è un modo di dire, “stare da cani” significa stare male.

– Non sapevo che i cani soffrissero… Ma per dormire bene non poteva contare le pecore?

– Ci ho provato ma quando sono arrivato alla pecora nera del gregge ho capito che qualcosa non quadrava: mi ricordava la mia infanzia. Perché io ero la pecora nera della famiglia, mia sorella la pecora rosa e mio padre invece era il caprone. Ho avuto persino gli incubi perché ad un tratto mi si è parato davanti un gatto a nove code, un galletto amburghese che faceva il gallo con tutte, e un cane che non abbaiava quindi mordeva. A quel punto ho capito che quella doveva essere la fattoria di Nonna Papera, perché in tutti i davanzali delle finestre c’era una torta ai mirtilli, forse è anche per questo motivo che lì mi sentivo come un pesce fuor d’acqua.

– Cioè non riusciva a respirare?

– Nel senso che mi sentivo fuori posto.

– Ma il posto del pesce è dentro l’acqua. Perché non riusciva a respirare? Le mancava il respiratore? Oppure il boccaglio?

– Forse a causa del raffreddore… mi giravo e rigiravo e non sapevo che pesci prendere…

– Io sui pesci non ho dubbi: orate al forno. Quando non sono liofilizzate… me le porta un pescatore di asterischi e di orate… costicchiano, ma ne vale la pena.

– Ha presente quando uno non si sente né carne né pesce?

– Una sirena?

– No le sirene fanno quel suono fastidioso… lei sta facendo un buco nell’acqua.

– E come si fa ? Con il trapano? O semplicemente soffiando?

– Ha presente come avere l’acqua alla gola? Mi sono svegliato tutto bagnato.

– Per il sudore?

– No, in effetti era partito lo scaldabagno.

– Per andare dove?

– Chi?

– L’ha detto lei: è partito lo scaldabagno…

– No è un modo di dire, nel senso che si è rotto.

– Si è rotto di fare lo scaldabagno? E che cosa vuole fare? Ormai ha una certa età, e di questi tempi trovare un lavoro non è semplice…

Che incubo… parlare con Piras, il mio assistente, era peggio che avere gli incubi. Tutta La notte in bianco, e senza neanche il formaggio.

Quel piccolo scambio di battute aveva reso la giornata una schifezza, ed erano solo le 9 del mattino.

– Ispettore è arrivato un comunicato dove ci chiedono di intervenire sulla scomparsa di un cane poliziotto.

O forse sarebbe meglio dire ex poliziotto. Era stato licenziato perché conduceva una vita da cani, e fin qui niente di strano. Fu licenziato perché il fratello invece era un tipo di piccola taglia e quando venne catturato con quella taglia non ci pagarono nemmeno il carburante per la navicella. Anche lui come il fratello era un bastardo.

Per un breve periodo fece anche il cane antidroga, ma ben presto si accorsero che tutta la coca confiscata la usava lui per l’addestramento. Si addestrava a far cosa??? Anche se a dire il vero con lui nei paraggi non volava un granello di polvere: la prendeva al volo!

Una volta lo trovarono assieme ad un’altra cagna, sembrava un cane bastonato, si trovavano in una comunità, tutti mischiati insieme: con lui, altri cani e porci.

La ricerca si estese ai quartieri bassi, nel senso che le case non erano più alte delle altre. In questo quartiere i proprietari posseggono ancora gli animali veri, e chissà che cosa se ne fanno. I cani robotizzati sono facili da gestire, non li devi portare neanche a fare i loro bisogni. Invece quelli veri hanno aumentato i loro bisogni: li devi portare alle poste per ritirare la pensione sociale, li devi portare periodicamente a ritirare i collari antipulci, li devi portare al parco per farli accoppiare con qualche altra cagnetta e tu nel frattempo devi guardare che tutto vada per il meglio: delle volte ti senti proprio un guardone.

In quella zona c’erano parecchi cani, e camminare per quei marciapiedi è un continuo… okkio, attento, cacca, caz… schiacciata! Però porta bene. Disse Piras, poi dicono che i cani siano i migliori amici dell’uomo… a questo Piras non lo capirò mai anche perché io di amici che cagano nei marciapiedi non ne ho! Voi direte ad ognuno l’amico che si merita!

Invece gli animali robotizzati non hanno questo tipo di problemi, se non cambiargli la batteria ogni 20 anni, ma loro tanto vivono solo 15 anni e a questo punto è già bello che rottamato.

Questo cane poliziotto, ora ricercato, aveva anche svolto il ruolo di spia. Si era infiltrato in una banda di tossici e a lui facevano fare l’assaggiatore, non che la cosa gli dispiacesse, però a lungo andare le cose iniziarono a prendere una brutta piega, tanto che per non farsi smascherare portava la sua giacca a lavare e a stirare in lavanderia. Ma anche questo non servì a molto, perché i malviventi della banda iniziarono ad avere dei dubbi sulla sua fedeltà. Tanto che si mise anche a latrare in hi-fi, ma niente. Provò a latrare anche in dolby-surround ma niente. Era sempre più nell’occhio del ciclamino.

Per un breve periodo si assentò per non dare nell’occhio e decise di mettersi a fare la spia della benzina della macchina di un altro noto gangster. Ma durò poco perché fece l’occhiolino alla cagnetta del proprietario che se ne accorse il giorno in cui rimase senza benzina e lui da spia non aveva funzionato…

Avevo un informatore che qualche volta mi informava, mi dava delle informazioni vecchie

– Sputa il rospo, feci io, e lui preso alla sprovvista mi sputò in faccia senza dire né ai né bai…

– Bel modo di dare le informazioni, feci stizzito

– Commissà me l’avete detto voi, io il rospo l’ho ingoiato. Replicò.

– Cosa sai di questo cane poliziotto?

– Dunque i cani sono mammiferi domestici dei canidi, con dimensioni e aspetto e attitudini a seconda della razza…

– Mannaggia ma non in quel senso, intendo dire se sai qualcosa del cane poliziotto ricercato dalla polizia.

– No commissà io non so nulla.

Certo come informatore mi informava ben poco.

– Va bé allora quando avrai informazioni preziose non darle a nessuno e mi raccomando: acqua in bocca.

– mfeptguwedfgvd

– Ma che dice…

– biduifgfeufeiouf

– Per favore…

Sputando l’acqua: Me l ha detto lei, acqua in bocca.

Anche questa pista risultò inutile.

Allora mi recai da un suo ex compagno di merende, uno che ora di lui diceva pesto e corna. I loro banchetti a base di tagliatelle al pesto genovese erano una vera e propria festa e in molti partecipavano ai loro pranzi. Ma il giorno che finì il pesto, lui finì per pestare l’amico. Ma il pesto era finito, come faceva a pestarlo?

Se la diede a gambe levate: fece proprio così, si levò le gambe che erano delle protesi e scappò con una carrozzina di Barbie, acquistata da un antiquariato.

Restava un ultima pista: quella di una sua vecchia ex.

La sua ex era una tipa alta ma non troppo, ma bassa neanche, lavorava alla cassa di un vecchio supermercato. L’arrestarono quando scoprirono che infilava i clienti nella cassa mortuaria e a seppellirli ci pensava un amico. L’arrestarono e dopo 3 anni di 10 in condotta, la rilasciarono. All’uscita, non trovando più un lavoro alle casse, fece la domanda per la cassa integrazione.

Questa storia mi aveva già stancato, non trovavo un nesso tra lui e le storie di droga, tra lui e la sua ex, perché essendo una ex, non la frequentava più. Ma allora dove vado a sbattere la testa dissi a voce alta, e Piras che non se ne faceva scappare una disse:

– Commissario se proprio deve farsi molto male, può farlo giù all’angolo.

Odio l’estate e non eravamo neanche in primavera.

Fu solo grazie ad una soffiata che catturammo l’ex cane poliziotto, fidanzato con la sua ex, dopottutto non era neanche tanto originale, perchè prima o poi siamo stati gli ex di qualcuno.

Si vociferava che avesse fatto uno sgarro ad un altolocato, uno che abitava in un quartiere più in alto del suo, un certo il paninaro. Un panettiere dall’aria ruvida che confondeva la farina da banco con quella da naso e delle volte riusciva persino a smerciare la farina da banco al posto della farina da naso per questo motivo non riuscivamo mai ad arrestarlo: ognuno tira ciò che trova. Io da piccolo tiravo con la fionda e rompevo tutti i vetri delle case del vicinato. Mio padre se ne accorse quando un inverno  tutte le famiglie del vicinato vennero a scaldarsi a casa nostra.

– Chi ha il pane non ha i denti, disse il fornaio che stavamo interrogando.

e piras sempre pronto replico:

– E come disse il rossetto: sono sulla bocca di tutti.

Avete presente uno scontro fra imbeccilli? Ecco quello non lo ricordava, semmai ricordava uno scontro fra titanic: e lì la storia faceva acqua da tutte le parti.

Lasciammo andare il paninaro, non si era rivelato una fonte d’acqua attendibile. Ma forse l’acqua c’entrava qualcosa… qualcosa mi diceva che quell’acqua corrente forse non era a 220 volte, bensì il delitto si consuma ad una sola volta, come disse l’inventore della pila.

Corremmo a casa sua: i miei dubbi erano fondati su solide basi, la formula la conoscevo a memoria, l’avevo studiata all’accademia: base per altezza diviso due: era la formula dell’area del rettangolo.

Circoscrisi l’area proprio nella zona frequentata dal quel cane e finalmente lo trovammo in un acquario: morto affogato nei debiti!

Ed io che non volevo svegliare il can che dorme, decisi di rientrare: sarei dovuto rientrare di tutti quei soldi che dovevo alle carte di credito. Non rientrai. Andai a dormire direttamente in caserma, mi aspettava lo schiaffo del soldato: un film che avrò visto mille volte. Buonanotte.

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