LEZIONI DI COMUNICAZIONE CRIMINALE

A cura de: L’ispettore Casu

Docente di Comunicazione Criminale a Bogart city

Cari ragazzi, cari Cooper e Cary Grant (la cultura non fa mai male), vi ringrazio per l’ospitalità concessa sul vostro sito.

Poiché anche vi occupate da soli, e non in compagnia, della comunicazione, quest’oggi mi appresterò a prestarvi parte della mia esperienza per parlarvi della comunicazione verbale e non, dei malviventi, cioè di tutte quelle persone che attualmente vivono male ma che però vorrebbero vivere meglio adottando stratagemmi, intrighi da colletti bianchi inamidati, al fine di passare in questo modo da mal viventi a ben viventi.

Il primo trucco che vi svelerò sarà quello della signora Maria. Trucco pesante di rimmel, cipria, fard e gabbia di Faraday.

Lei attirava a sé i malviventi quasi come le mosche fanno con le zanzare. Infatti, queste ultime le punzecchiano fino ad avere una reazione anche inconsulta che spesso porta le mosche a gridare: «zitto e mosca!». D’altro canto il maschio della mosca, il moschetto, tutte le volte che si reca in battaglia si porta da solo attaccato ad un fucile, e lo fa solo per stare in compagnia o per dar fastidio al soldato, con il quale in alcune occasioni si è intrattenuto al famoso schiaffo del soldato.

Altro gioco di moda fra di loro è mosca cieca in autostrada, inutile dire che da quel gioco non si torna quasi mai indietro, anche perché cieca!

L’unica volta che ne ritornò una, fu considerata una mosca bianca che ritornò solo dopo aver perso prima la strada di casa e poi la pazienza.

Un altro trucco molto comune fra i manigoldi è quello del gioco della spiaggia rubata. Come si fa? Con la scusa di prendere il sole, cosa anche questa vietata, ci si cosparge il corpo della finissima sabbia sarda spargendosi prima tutto il corpo con della colla. La sabbia che non sa dir di no a nessuno, ma non sa neanche dir di sì, rimane attaccata nel corpo dell’abbrustolito malfattore. Anche se urla: «ora vado a lavarmi nel lavandino», invece prende la sua 24 ore di “Le Mans” e, veloce come un fulmine, scarica la sabbia nell’appartamento affittato per l’occasione.

In altri casi, fingendo di essere in ritardo, arriva all’aeroporto in ciabattine e ancora con la sabbia addosso, ma io che di castelli di sabbia ne ho costruito a decine con mio figlio, quello che non è mai nato, ho imparato meglio di loro a nascondere la sabbia o la renella nelle vie urinarie: è doloroso vi assicuro, però non la trovano neanche i medici con i raggi ics, ipsilon e neppure con i famosi raggi zeta.

Loro credono di essere furbi, intelligenti e omertosi, ma io ormai li ho sgamati.

Queste sono solo alcune delle comunicazioni verbali e non adottate dai ladri per comunicare fra loro senza farsene accorgere, ma io, che sono l’ispettore Casu, non mi faccio mettere la mosca nel naso, e se ce n’è una, non è la mia.

Loro sanno anche che è meglio non avere niente contro quelli dell’Arma, perché dall’arma potrebbe partire accidentalmente un colpo.

Vi ringrazio per aver parlato con me e non con il mio assistente Piras che in questo momento è assente, si sta occupando di un caso del quale sono all’oscuro, ma non appena ci sarà più luce, vi farò sapere di quale caso si sta occupando.                                

L’Ispettore Casu

Docente di Comunicazione Criminale a Bogart City

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